Spezzatino di patate dolci e ceci

Quando ho un’idea nuova per una ricetta, oppure una vaga ispirazione culinaria, di solito la appunto su un quaderno che ho comprato apposta, con il risultato di essermi ritrovata ad avere già 10 pagine piene di idee, spunti e possibili abbinamenti di sapori più o meno commestibili.
Le idee migliori mi vengono mentre sono a correre o a camminare, oppure mentre faccio tutt’altro: quando sono in radio, oppure quando ascolto un po’ di musica o anche prima di dormire, tanto che devo alzarmi di scatto per buttare giù due righe, pena il perdere l’illuminazione.

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È così che è nata anche la ricetta dello stufato di patate dolci e ceci: proprio mentre ero impegnata a fare altro, i due ingredienti principali hanno cominciato a fluttuare nella mia immaginazione. Cosa potevo farne? Dei burger? Uno sformato? Belle idee, però manca il tempo. Facciamo uno stufato, che in una mezz’oretta è pronto e posso insaporirlo come mi pare!
Quindi eccoci: uno stufato delizioso da accompagnare con del riso nero o basmati o da mangiare da solo. Ho deciso di usare la pasta di curry per speziarlo ma potete optare per il curry puro, o ancora decidere fare un misto di spezie a vostro gusto. Stessa cosa vale per la granella di pistacchi: totalmente opzionale.
Quello che posso promettere è che questo è uno stufato indimenticabile che porterà le vostre papille gustative ad un livello di piacere incredibile.

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Ingredienti:
– 1 patata dolce;
– 250 grammi di ceci o una lattina;
– 1 cipolla rossa tritata;
– 1 spicchio di aglio tritato;
– 1 carota tritata;
– 1 bicchiere di brodo (o acqua);
– 2 cucchiaini di Pasta di curry;
– 2 cucchiaini di concentrato di pomodoro;
– 1 lattina di polpa di pomodoro;
– 1 cucchiaino di zucchero;
– 1 cucchiaio di olio extravergine;
– Sale q.b
– Timo limoncino e rosmarino q.b.;
– Granella di pistacchi (opzionale)

Lavate e sbucciate la patata dolce, poi tagliatela a cubetti medio/piccoli e mettete da parte.
Tritate insieme la cipolla rossa, lo spicchio d’aglio e la carota fino ad ottenere una dimensione ideale per il soffritto e poi mettete a soffriggere in una padella profonda (o una pentola) in un cucchiaio di olio extravergine di oliva.
Lasciate cuocere a fuoco medio per circa 5 minuti o fino a quando la cipolla si sarà ammorbidita e sarà diventata trasparente, versate nella padella la patata dolce e mescolate.
Aggiungete ora i ceci, la polpa di pomodoro, il concentrato di pomodoro, la pasta di curry, il timo, il rosmarino e l’acqua, mescolate, coprite con il coperchio e lasciate a sobbollire per 30 minuti circa a fuoco medio basso. Mescolate spesso durante la cottura, le patate saranno pronte quando si saranno ammorbidite.
Servite su un letto di riso (consiglio nero oppure basmati), oppure con la pasta integrale o ancora come condimento per una bruschetta.

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Siete in piscina o in riva al mare, siete rilassati, state pensando che questo è uno di quei momenti da sigillare nella memoria. E la colonna sonora? “Loverboy” di Lomboy.
Fidatevi, è la canzone giusta per l’estate 2017.

Paninazzy con burger di fagioli neri e patate dolci

Non c’è niente di meglio per chiudere i bagordi delle feste di fine anno che un bellissimo e buonissimo paninazzy svuota frigo.
Oddio, sul bellissimo ci sarebbe da discutere, ma sul sapore assicuro io. Gli ingredienti sono pochi e tutti facilmente reperibili: fagioli neri, patate dolci arancioni, farina di mandorle, spezie e riso.

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I fagioli neri sono perfetti per creare i burger perché hanno una consistenza molto pastosa e gustosa, con una nota di terra che ne caratterizza il sapore e una facilità di impiego imbarazzante: si accordano bene con qualunque ingrediente (anche per i dolci, lo sapevate? Ne parlerò più avanti con una ricetta da leccarsi i baffi) e permettono di creare combinazioni molto variegate. Nelle zuppe regalano una nota decisa, nei tacos fanno arrivare direttamente in Messico con l’immaginazione, con il riso sono un ottimo piatto unico. Insomma, i fagioli neri sono un vero e proprio oro nero e bisognerebbe sempre averne una piccola scorta in casa.

Questi burger in particolare hanno un sapore tutto loro che mischia il dolce delle patate con l’affumicato della paprika, il terroso dei fagioli alla corposità del riso, in una combinazione di inaspettata delizia. La ricetta originale è su Minimalist Baker e  questo è un riadattamento con quello che avevo in casa: infatti il risultato non è minimamente paragonabile al loro, ma il sito di Dana Shultz e John Shultz è una fonte inesauribile di ispirazione.

Non importa se questa ricetta non è venuta esattamente come la loro (loro sono professionisti, io sono ancora una principiante che cerca di migliorarsi di ricetta in ricetta), quello che importa è aver scoperto di essere in grado di creare – ancora una volta – un cibo pieno di vita e di nutrimento, colorato e buono. Mi auguro e auguro a chi legge questo blog, che il 2017 sia un anno proprio strutturato così, pieno di consapevolezza di essere in grado imparare e migliorare un passo alla volta, magari chiedendo aiuto proprio a chi ha tante cose da insegnarci.

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Ingredienti:
– 240 grammi di fagioli neri già cotti;
– 140 grammi di riso;
– La polpa di 2 patate dolci (quelle arancioni) di grandezza media;
– 200 grammi di farina di mandorle;
– Paprika forte q.b.;
– Paprika affumicata q.b.;
– Sale q.b.;
– Pepe

Preriscaldate il forno a 200°.
Lavate le patate dolci, tagliatele a metà e cospargete la parte piatta di olio. Adagiatele a faccia in giù su una teglia da forno ricoperta da un foglio di alluminio e infornate per 30 minuti. Dopo 30 minuti la patata sarà morbida, sfornate e togliete la buccia (che si sfilerà praticamente da sola). Mettete da parte la polpa.
Mentre cuociono le patate, preparate il riso e una volta pronto mettete da parte.
In una ciotola capiente versate i fagioli neri scolati e procedete spappolandoli con una forchetta fino ad ottenere un pastone con ancora qualche fagiolo intero. A questo punto aggiungete la polpa delle patate e lavoratela con la forchetta insieme ai fagioli, incorporate il riso e lavorate ancora l’impasto. Aggiungete la farina di mandorle, il sale e le spezie e incorporate il tutto. Otterrete un impasto bagnato ma abbastanza lavorabile. Se dovesse essere ancora troppo bagnato, aggiungete ancora riso o farina di mandorle a seconda dell’esigenza. Lasciate riposare in frigo per un’oretta prima di preparare i burger.
A questo punto formate i burger della grandezza e dello spessore che volete, metteteli a cuocere in forno su una superficie oliata; il tempo di cottura dovrebbe aggirarsi intorno ai 30/40 minuti e più staranno in forno più si seccheranno. A metà della rosolatura andranno girati, per assicurarne la cottura uguale da entrambi i lati.
Serviteli con una bella pagnotta di pane da hambuger, con tanto di guacamole, insalata e non risparmiatevi sulla salsa barbecue (vi consiglio la Heinz, fatta solo di ingredienti di origine vegetale).

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Dall’inizio di questo nuovo anno mi sono un po’ chiusa sul primo album di Birdy, grande talento inglese dalla voce profonda e malinconica. Nel 2011 ha pubblicato il suo primo lavoro proprio intitolato Birdy, un album quasi interamente formato da cover realizzate magistralmente. La tristezza e sensibilità della sua voce regalano un viaggio emotivo molto piacevole, trasformando l’ascolto in una vera e propria esperienza sensoriale.
Particolarmente indicato per chi è tristemente romantico – non per forza con una connotazione negativa – questo è uno dei dischi migliori usciti nel 2011 senza alcun dubbio.
Se non mi credete ascoltate la cover si Shelter, celebre pezzo dei The XX tratto dal loro primo album omonimo, che qui Birdy (alla tenera età di 15 anni) trasforma e veste di un blu notte intenso e vellutato. 

Patate dolci orientali.

Accendete i forni: pronti, partenza, VIA!
Le patate dolci (quelle arancioni) sono un capitolo della mia alimentazione che amo affrontare spesso e volenteri e nello specifico, queste patate dolci sono perfette come aperitivo, ma si adattano benissimo ad essere usate come contorno, o un po’ come vi suggerisce la fantasia.
Si preparano in poco più di 30 minuti compresa la cottura e non dovete neanche stare a controllarle, quindi mentre il forno è acceso potete fare altro – soprattutto per evitare di sciogliervi in cucina.

L’idea di “orientalizzare” delle patate dolci con un condimento come la pasta thai curry mi è venuta perché dovevo svuotare il frigo per poterlo pulire bene e mi sono chiesta se il sapore piccante del thai curry si sarebbe sposato bene con la delicatezza delle patate dolci: la risposta è decisamente sì.

Un piatto dalla preparazione semplice ma che stupirà le vostre papille gustative assopite dalla pigrizia estiva. Orsù dunque, è tempo di affettare le patate dolci!

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Ingredienti per una patata (da moltiplicare all’occorrenza):
– 1 patata dolce sbucciata e affettata a fiammifero o spicchi;
– 2 cucchiai di olio extravergine di oliva;
– 1 cucchiaio di pasta thai curry;
– Sale q.b.

Preriscaldate il forno a 180°.
In una ciotola capiente mischiate gli ingredienti insieme alle patate già tagliate, in modo da ungerle e ricoprirle il più possibile di condimento.
Prendete una teglia, adagiate un foglio di carta da forno e versate le patate condite. Per una cottura migliore distanziatele il più possibile una dall’altra.
Se desiderate avere delle patate più croccanti, non mettete la carta da forno ma ungete un po’ la teglia, avendo l’accortezza di mischiare le patate a metà cottura.
Cuocete in forno per circa 30 minuti, controllando lo stato di cottura di tanto in tanto.
Servite con una salsina fresca come la guacamole, oppure con del bagnetto, o ancora della tzatziki, oppure gustatele così come sono.

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In questa estate 2016 sto facendo tante cose belle, scrivendo tante cose belle, mangiando quello che riesco a tirare su fra un impegno e l’altro ma soprattutto sto – ovviamente – ascoltando tanta musica. Ho finalmente messo le orecchie sul nuovo album dei The Last Shadow Puppets – Everything you have come to expect – e ne ho scritto una recensione su Crunch Ed, ma la cosa che mi ha colpito di più di questo duo di serissimi musicisti, è la cover di “I want you (She’s so heavy)” dei Beatles. Piacere allo stato puro.

Insalata di ravanelli e patate dolci.

Ci sono periodi che definire difficili è dire poco, quei periodi in cui tutto sembra privo di significato e più ci si sforza di fare la cosa migliore più ci si allontana dalla realizzazione personale.
Questo ultimo periodo per me è stato proprio così: una continua corsa senza meta per paura di fallire e di svegliarmi e rendermi conto che stavo sbagliando tutto. Poi ho deciso di fermarmi, di mettete tutto in pausa e chiedermi dove stessi cercando di andare.
Timidamente ho chiesto  aiuto (in maniera più o meno esplicita) ai miei amici e mi sono rimessa in contatto con loro, ed è stato allora che ho capito che stavo cercando di andare da tutte le parti e da nessuna parte contemporaneamente perché ero da sola.
Questo è quello che mi succede quando sono ferita, mi chiudo e metto fuori dalla porta tutti, mentre invece è (anche) negli altri che si può trovare l’aiuto necessario a rialzarsi.
E così mi sono immersa nella natura con i miei amici con un paio di gite improvvisate, non credendo che in Piemonte ci potessero essere dei luoghi così belli da togliere il respiro e ripristinare un pochino di pace con il mondo.

Vi sarete accorti che ho preso una pausa di riflessione anche dai fornelli, necessaria per capire da che parte volessi direzionare questo blog che mi diverte e mi fa imparare cose nuove ogni volta. Cucinare sempre e solo per me era diventato faticoso, e stavo lentamente perdendo la voglia di farlo. La solitudine fa (anche) questo, ti toglie la capacità e la voglia di mangiare bene perché tanto il cibo non ha sapore. Ci vuole il giusto equilibro fra la compagnia e lo stare da soli, ecco.
Parto così dalla semplicità: ho riaperto “Veggiestan” per godermelo di nuovo e ho trovato la ricetta che faceva al caso mio. Sul libro questa insalata è fatta con la barbabietola e con qualche altro ingrediente che non avevo in casa, così l’ho modificata cambiando la barbabietola con i ravanelli ed eliminando il resto degli ingredienti “superflui”. Questa insalata è morbida e ricca, ha il contrasto della patata dolce con la croccantezza e la piccantezza dei ravanelli, il tutto abbracciato dal succo d’arancia e dalla menta che insieme sono un condimento che vi lascerà a bocca aperta.
Condividete questa ricetta con qualcuno che ha voglia di provare sapori particolari e con il quale avete voglia di passare un po’ di tempo. E scegliete la colonna sonora giusta! (Se non avete idea di cosa ascoltare, dopo la spiegazione della ricetta ve lo dico io!)

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Ingredienti per una persona:
– 1 patata dolce a pasta arancione;
– 10 ravanelli;
– 1 carota grattuggiata;
– Un pezzo di zenzero grattuggiato (grosso poco più del pollice);
– Una manciata di foglie di menta fresca;
– Una manciata di foglie di prezzemolo fresco;
– Un pizzico di cumino;
– Il succo di una arancia;
– 2 cucchiaini di aceto balsamico;
– 50 ml di olio extravergine di oliva;
– Sale e pepe q.b.

Sbucciate e tagliate a cubetti la patata dolce, mettendola poi a cuocere in acqua bollente per 15 minuti.
Mentre la patata cuoce grattuggiate la carota e lo zenzero dopo averli sbucciati, lavate, asciugate e tritate la menta e il prezzemolo e tagliate a fettine sottili i ravanelli.
In una ciotola unite insieme gli ingredienti per il condimento: la menta o il prezzemolo, l’olio, l’aceto, il succo d’arancia, sale e pepe, il cumino e mescolate.
Quando la patata sarà pronta scolatela e lasciatela a raffreddare.
Unite insieme tutti gli ingredienti, amalgamate il tutto e servite dopo almeno una decina di minuti, per permettere a tutti gli ingredienti di marinare insieme.

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In questi giorni sto ascoltando moltissimo “Hero” del gruppo Family of the year, diventata molto famosa grazie al film “Boyhood”. Questo film è nella mia lista delle cose da vedere a brevissimo, ma la canzone è rimasta con me dal trailer, si è infilata in un taschino ed è rispuntata in questi giorni.
Hero” è una canzone che riguarda il non voler per forza spuntare fra la folla ma piuttosto il desiderio di avere una vita normale con cose semplici,  “Just like everyone else“.

And we can whisper things
Secrets from my American dreams
Baby needs some protection
But I’m a kid like everyone else